C-Cinque + 1 – Alessandra Pennetta – In punta di penny

CCinque + 1 le cinque domande +1 di Salvatore Stefanelli con il contributo di Marco Ischia e CSide Writer

Cinque domande + 1, sempre le stesse, per un botta risposta con chi parla di libri e scrittura sul web, per scoprire questo mondo, per conoscere in maniera diversa la carta stampata… e in digitale ovviamente!

1. Ciao Alessandra. Riesci a dirci in 5 punti perché hai aperto un tuo blog, e perché qualcuno dovrebbe passare a dargli almeno un’occhiata?

Il mio blog è una camera con vista all’interno, una stanza intima alla quale accedere con la sensibilità dell’occhio. Perché nel mio blog c’è luce, c’è arte. È un blog personale ma non ci sono soglie chiuse. Non ci sono finestre mute né tende tirate, non c’è finzione: non appena l’occhio del visitatore si affaccia si apre nella mia realtà naturale e il mio essere gli appare nella sua forma esatta, così com’è alla luce del mondo. Le idee nascono pure e semplici. È un lit (literary) blog dedicato fortemente alla poesia. In più è un luogo d’incontro amoroso tra la poesia e l’arte. Per la maggior parte del tempo il mio visitatore può sostare liberamente in ogni singolo frammento della camera padronale e osservare una mia poesia (un Frammento appunto) e un’opera di un artista scelta appositamente da me (nel 2018 sono stati 9 gli artisti italiani e stranieri che hanno felicemente contribuito).

2. Di tutto quanto hai letto negli ultimi sei mesi, ci consiglieresti 5 libri che ti hanno colpito in particolar modo?

Io non sono un uomo, sono dinamite” (Friedrich Nietzsche)…”il poeta è un ladro di fuoco” (Arthur Rimbaud). Nietzsche e Rimbaud ci danno la calda impressione di chi sia un poeta. Ma è il fuoco di Eraclito a bruciare per primo nella profonda cavità dei poeti. Dunque io consiglierei i frammenti del filosofo Eraclito e le poesie di Rimbaud. Anche Nietzsche, conosciuto principalmente per la sua attività filosofica, ha scritto delle poesie: si trovano sparse all’interno delle sue opere filosofiche ma vale la pena leggerle. Poesia a parte, consiglio “Memoria delle mie puttane tristi”, delicato romanzo di Gabriel Garcia Marquez del 2004, la cui bellezza non è mai sfiorita. Infine, consiglio di continuo la lettura di “L’arte di insultare” del filosofo Arthur Schopenhauer, spiritosissimo manualetto utile a chi è a corto di spirito e non sa come difendersi dagli altri.

3. Consigli per chi ha appena pubblicato un libro: come relazionarsi con i blogger di settore?

Un libro è un solido punto di arrivo in un mare di galleggianti idee in partenza. Lascio i consigli tecnici agli esperti del settore editoriale, io mi sento di dire dell’altro e soltanto poche cose. Io non riuscirei mai a capire qualcosa che non sia (anche) mio. Non esiste un piacere esterno. Come literary blogger, certamente io mi preoccupo di capire la personalità dell’autore, ma se molto di ciò che poteva essere pensato è già stato scritto è ancora più importante sapere come scrivere (lo stile). Ad esempio, un periodo troppo lungo è un testo che, per me, è invecchiato il tempo di leggerlo. Un libro sarà bello se chi scrive sa usare la punta della penna e non tutta la penna: come dire che ci vuole leggerezza. A volte neppure il più piccolo particolare richiede molti particolari per essere descritto bene. Le parole buone sono poche. Chi fa poesia lo sa, si sollecitano prima i sensi della ragione e prima l’intuizione della visione.

4. Cosa stai leggendo in questo periodo e cosa prevedi di leggere a breve?

Ho appena preso in mano “La retorica antica” di Roland Barthes, un classico delle tecniche di comunicazione. Penso che poi passerò a Benedetto Croce e “Poeti e scrittori d’Italia”. Il primo libro è tecnico, il secondo un’antologia. Studiare è un compito infinito. Ma ho pronte anche le poesie di Marcel Proust ed Ezra Pound, queste per il mio piacere.

5. Quale autore, presente o passato, ti piacerebbe poter conoscere e cosa vorresti dirgli?

Mi piacerebbe conoscere Gabriele D’Annunzio, Marcel Proust, Arthur Rimbaud e Friedrich Nietzsche poeta. Ma sono soltanto quattro di innumerevoli nomi. Parlerei di poesia e stile. A Nietzsche chiederei di farmi lezione sul suo “Per la dottrina dello stile”, un librettino che chiunque scriva dovrebbe tenere in tasca a portata di mano come un breviarium. Vorrei cimentarmi in una gara poetica. Forse se dicessi che mi sento una loro figlia mi farebbero vincere (sorrido!) “Io sono una poetessa/ e verso la filosofia oscillando di tanto in tanto/ sempre in versi vado filosofando” (versi miei e rido!). È la mia filosofia in versi che, credo, piacerebbe molto a Nietzsche.

5+1. Raccontati in un racconto: hai max 1000 battute, da utilizzare in forma di racconto, con un inizio, una parte centrale e una fine, per dirci qualcosa di te.

Il minuscolo racconto che segue dice a modo mio una cosa fondamentale di me: che sono poesia e poetessa insieme (non si può cavare dalla sua bocca il dente).

Scenderò dal ramo, scenderò sulla terra, mi poserò sul tuo occhio e lo bacerò. Io non faccio male. Conosco la poesia del bacio. Ella riposa nella visione dei capelli ed io la sveglio. Si apre un occhio, se ne aprono due. – Arrivano i tuoi amanti, prepariamo loro versi nuovi. Bianchi o neri – Ti sollevino sopra le loro orecchie, ringraziando Dio per la tua nascita. Ecco, io sono te, tua sorella, e a loro ho parlato della tua bellezza. Ciò che tu versi, io lo scrivo fedelmente. E così vivremo, scegliendo con cura ogni singolo verso come fosse un capello. Bianco o nero.”

Grazie, Alessandra, per averci fatto entrare nella tua poetica vitale.

Grazie a voi Salvatore e Marco. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che mi seguono, collaboratori e amici, in maniera particolare Roberto Pitteri, che mi ascolta e mi incoraggia da quel giorno di non molto tempo fa in cui, nel pieno di una mia crisi personale e creativa, ha estratto e reinfuso in me una fiducia dal sapore nuovo.

www.inpuntadipenny.blogspot.com

 

 

cc  CSide Writer – Salvatore Stefanelli  

Lascia un commento