C-Incontri – le interviste – Fabiano Massimi

C-Incontri  Le interviste (116)

 

 

 

Oggi su CSide Writer abbiamo il piacere di ospitare Fabiano Massimi vincitore del Premio Tedeschi 2017 con il suo romanzo dal titolo “Memento Vivi” e pubblicato su Il Giallo Mondadori Oro con il titolo “Il Club Montecristo”. Ci sediamo a chiacchierare con lui di giallo, arte, poesia, letteratura, sempre alla ricerca del lato C!

CSW: Ciao Fabiano benvenuto su CSide Writer, è un piacere averti qui. Mentre ti accomodi nel nostro salotto virtuale posso offriti qualcosa da bere? Per il cibo mi dicono che è meglio andare da Oleg e Olaf, in un certo Caffè Dantès che fa dei panini formidabili.

FM: Grazie per l’invito, è bello essere qui: il virtuale è parente del virtuoso, e ultimamente ho un po’ esagerato con i panini (ricerca sul campo). Prendo volentieri un tè – Earl Grey, come il capitano Picard – oppure un Bailey’s con ghiaccio, se prevediamo un’intervista impegnativa.

CSW: Sei il vincitore del premio Tedeschi 2017, il più prestigioso quando si parla di giallo inedito. Nel tuo libro troviamo una trama intricata come nella migliore delle tradizioni del genere, ma accompagnata anche dai sentimenti. Ci racconti com’è nata l’idea per questa storia?

FM: Per questa domanda non ho una, ma ben due risposte (pensa che fortuna). Risposta lunga: l’idea mi è piombata addosso mentre guidavo da solo tra le nebbie della Bassa modenese. Prima Lans, bello e maledetto, con il suo mondo di misteri e pericoli (il carcere, Primo, il Club Montecristo). Poi Marco, detto Arno, il miglior amico di Lans dai tempi della scuola, che è rimasto incastrato in una vita regolare, ufficialmente perfetta, e si annoia enormemente. Il delitto che li unisce non ricordo come si è sviluppato. Mi verrebbe da dire che è nato fatto e finito, ma è possibile? Probabilmente la memoria mi inganna. Il che ci porta alla risposta breve: non lo so. Comunque un giallo senza sentimenti non lo sosterrei: per interessante che possa essere un intrigo, se non riguarda persone cui tengo non mi intriga.

CSW: Prima di essere scrittore sei anche editor e curatore di antologie, ma nel tuo libro sono molto presenti la pittura, la poesia e la letteratura. Qual è il rapporto che hai con ognuna di esse?

FM: Diciamo che ho una relazione stabile con la letteratura, ma per il bene del rapporto di quando in quando vedo anche altre arti. Con quelle visive la frequentazione è disordinata, casuale, e chissà quante cose belle mi perdo di continuo. Con la poesia ho un po’ più di consuetudine, ma di nuovo non seguo le novità con metodo, come faccio invece per la narrativa. Alla narrativa, di genere e non, penso continuamente, dalle sedici alle venti ore al giorno. È la mia modalità predefinita.

CSW: Questa domanda mi sento quasi in obbligo di proportela visto che stiamo parlando anche del premio Tedeschi. Cosa ne pensi dei premi letterari e cosa cambierà adesso che ne hai vinto uno di prestigio?

FM: Dei premi letterari seri penso tutto il bene del mondo, e non perché ne ho vinto uno importante (con relativa ansia di prestazione – qui si parrà la tua nobilitate e compagnia bella): se ho partecipato è proprio perché ne pensavo bene. Vincere il Tedeschi è un grande onore, ma soprattutto una bella conferma: chi legge questa intervista non mi conosce, ma se volesse fidarsi, io santi in paradiso zero, nessuno in Mondadori sapeva chi ero. Il premio l’ha vinto il romanzo da solo, con le sue forze, quindi viva la scrittura, e abbasso i complottisti. Non posso non raccomandare la serietà di Franco Forte e della sua squadra, che organizza molti altri concorsi per racconti, come il Gran Giallo di Cattolica o il GialloLuna di Ravenna. Raccomando anche Esperienze in giallo, un premio indipendente di Fossano. Giurie di qualità, premi veri, tanta passione. Fanno il lavoro che un tempo era appannaggio delle riviste letterarie, e ce n’è bisogno.

CSW: Abbiamo una tradizione qui su CSide Writer, un po’ come nel club degli Ammutinati, una domanda ricorrente che propongo anche a te. Quale potrebbe essere secondo te il lato C della scrittura?

FM: Uh. Vale se sbircio cosa hanno risposto gli altri prima di me? Immagino di no. Allora. Se il lato A è la superficie, la pagina stampata, e il lato B è il lavoro editoriale che sta dietro alla pubblicazione, il lato C sarà l’impegno folle di chi si mette lì a inventare e poi scrivere una storia, concentrando mesi e anni di vita nella speranza (in rari casi la certezza) che quel che sta scrivendo avrà un senso, per sé e per gli altri. C come coraggio? Costanza? Caparbietà? Ce ne vuole.

CSW: A volte chiediamo quale possa essere un autore del passato da leggere assolutamente. Già dal titolo del tuo libro però si può capire che in qualche modo hai un legame con il libro di Dumas “Il conte di Montecristo”. Molti scrittori con i quali abbiamo chiacchierato, lo mettono fra i libri da leggere almeno una volta nella vita. Come fa secondo te, un libro, a suscitare ancora emozioni dopo tanto tempo da quando è stato scritto?

FM: Il Conte di Montecristo è un romanzo che non smetterà mai di essere letto e amato perché custodisce al suo interno un frammento di esperienza universale: il torto subìto che si cerca di aggiustare, oppure vendicare. Chi non ha sognato di essere Edmond Dantès, prima o poi? Rivalersi sul male grazie al proprio valore… Quando uno scrittore coglie un simile universale, la sua storia diventa di tutti e non appassisce più. Nel Club Montecristo, però, il riferimento a Dumas non si lega alla vendetta, cui gli Ammutinati non credono, ma alla fuga, e alla rinascita. Temi che mi stanno a cuore, e che si possono trovare in un altro romanzo che consiglio sempre a tutti (anche nel mio libro): Il velo dipinto di William Somerset Maugham.

CSW: L’appuntamento con il club degli Ammutinati sembra solo rimandato. Hai già in programma una nuova storia per il prossimo futuro?

FM: Ne ho in programma una dozzina, a dire il vero, e la seconda è nel mezzo del cammino. Il fatto è che personaggi come Arno, Lans, Elsie, Lana hanno tanto da raccontare, e in un giallo di duecento pagine, misura che non voglio eccedere, si riesce a dire il giusto. Il passato di Lans, per esempio: in molti mi hanno chiesto di illuminarlo meglio, ed è sempre stato nei piani, ma per questioni di respiro non poteva succedere già nel primo libro. Nel secondo si scopre di più, e nel terzo si arriverà a una resa dei conti che cambierà le cose per sempre.

CSW: Grazie per essere stato a chiacchierare con noi. Prima di andarci a fare tutti un panino ci regali un C-saluto?

FM: È l’inizio dell’anno, tempo di auguri e buoni propositi. Parafrasando Arno, auguro a tutti di non dimenticare, mentre affrontate come potete il tempo che vi è stato dato, di fare ciò che siete nati per fare. Tutto qui.

 

  

cc CSide Writer – Marco Ischia

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