C–Cinque + 1 – le cinque domande +1 di Salvatore Stefanelli
Cinque domande + 1, sempre le stesse, per un botta risposta con l’autore, per scoprirlo, per conoscerlo, e perché no… per leggerlo!
1) Ciao Gabriella. In poche parole: da quando scrivi, cosa scrivi e cosa leggi?
Ho iniziato a narrare ancora prima di saper scrivere, inventando favole per mio fratello. La sera gliele narravo, il giorno dopo gliele dettavo e lui le trascriveva su un quaderno. Purtroppo, il tempo che trascorre inclemente, ha fatto sì che non rimanesse traccia di quei capolavori. Intanto, però, io non ho più smesso. Ho iniziato a pubblicare una decina d’anni fa, sempre con piccole case editrici e mai a pagamento. Adesso mi sono lanciata in un’altra avventura, il self publishing. Può sembrare facile, ma facendolo con serietà e rispetto per i lettori è di sicuro più faticoso di quando ci si affida a un editore. Leggo praticamente di tutto, con la sola eccezione del genere rosa che mi annoia profondamente. Le mie letture preferite sono nell’ambito della letteratura gialla, ma amo anche la fantascienza, le biografie, i romanzi storici, la narrativa mainstream. Scrivo di preferenza thriller, con qualche incursione nel mainstream, quando mi si presenta qualche personaggio più… soft.
2) Di tutto quanto hai scritto, cosa consiglieresti a chi vorrebbe leggerti e perché? Preferibilmente un titolo solo.
Ho scritto molto, sia romanzi che racconti. In particolare, nei racconti, ho spaziato in molteplici generi, e tra essi c’è Il buio nel cuore che è uno dei miei preferiti ancorché dei più “cattivi”. Ma se devo consigliare un libro, non ho dubbi. Il mio suggerimento va all’ultimo nato, April May Trappole Mortali. È un thriller arancione scritto a quattro mani e pubblicato con lo pseudonimo Chris Greeceman (self). Devo dire che l’unione delle nostre due menti ha creato un autore migliore, più grande della somma delle due autrici e chiunque abbia letto il libro non solo ne è rimasto entusiasta, ma stenta a credere che Chris Greeceman non sia un autore singolo, non sia un uomo, e anche che non sia un americano. Trappole Mortali, come sarà tutta la serie, è ambientato in una località immaginaria degli USA, Silent Lake. La scelta di non aderire a una città realmente esistita è stata fatta da entrambe per darci la possibilità di creare la realtà come più ci piace. Lo definisco arancione perché alla parte gialla si associa anche una sfumatura romance, specialità della mia co-autrice. Io sono troppo cattiva per le scene dolci!
3) Consigli per chi si approcci adesso alla scrittura: cosa fare e cosa non fare, secondo te.
Ogni autore ama le proprie parole. È umano, ma ci fa commettere degli errori anche gravi. Il più comune è quello di scrivere un testo in cui non notiamo i refusi, i cambiamenti improvvisi di punti di vista, le incongruenze, i salti nella trama. Occorre molta attenzione per non sbagliare perché la nostra mente inconscia legge ciò che pensiamo di aver scritto e giustifica ogni sbaglio. Ma l’errore peggiore che uno scrittore possa fare è presumersi e aspettarsi che tutti si inchinino di fronte a tale opera! Chi inizia il percorso di scrittura deve essere consapevole che non può aver scritto un capolavoro, che forse ci sono delle problematiche e deve accettare i consigli che gli vengono dati. E no, il parere dei genitori, del congiunto o degli amici, non fa testo. Gli occhi di chi ci vuole bene sono troppi accomodanti. Se si presenta il manoscritto a un editore, occorre accettare le critiche e adoperarsi per migliorarlo.
4) Cosa stai scrivendo in questo periodo o, cosa vorresti scrivere?
Son alle prese con due romanzi contemporaneamente. Mi divido tra i due lavori con una certa equità, un giorno mi dedico all’uno, il giorno dopo all’altro. È anche un sistema per affrontare ogni volta il testo con nuove energie. Il primo a cui sto lavorando è un thriller psicologico scritto non dal punto di vista dei buoni o dei cattivi, ma da quello degli sconfitti, di chi si è arreso. Però finirà con uno spiraglio di speranza. L’altro è il secondo volume della serie April May Mysteries, che speriamo sarà molto lunga, sempre a quattro mani e sotto pseudonimo. Qui l’ambiente e il tono sono completamente diversi dall’altro thriller. La protagonista è una giovane donna intelligente e volitiva, appassionata di gialli, che gestisce una libreria dedicata interamente al Mystery e vive in una metropoli ricca di vita e di eventi. Ha una particolarità che si svelerà poco alla volta nella sua interezza e che la facilita nella risoluzione dei gialli in cui inciampa.
5) Quale autore, presente o passato, ti piacerebbe poter conoscere e cosa vorresti dirgli?
Mi piacerebbe conoscere Stephen King. È uno scrittore che ammiro molto. Di tutti i suoi libri che ho letto, solo uno non mi è piaciuto, al punto che ne ho rimosso anche il titolo. È stato l’unico libro che ho finito controvoglia, costringendomi ad arrivare fino in fondo. Però glielo perdono, una fra così tanti è ben poca cosa. Credo che se ci trovassimo a tu per tu non gli direi molto, e non per la difficoltà di sostenere una conversazione nel mio inglese scolastico. Più che altro starei a sentirlo. Uno scrittore come lui ha tanto da insegnare e io tanto da imparare. Mentre sono in attesa di conoscerlo, ho comprato e studiato On writing, libri in cui Stephen King parla di come sia diventato uno scrittore famoso e ricercato e dà saggi consigli a chi ambisce a diventarlo. Eppure sì, forse gli chiederei qual è stato il suo colpo di fortuna senza il quale uno scrittore, a parità di bravura con tanti altri che pure lo sono, non riesce nel suo intento.
5+1) Raccontati in un racconto.
Sono nata a Salerno, una splendida città di mare che fa da cornice a diversi miei romanzi, ma all’azzurro del mare preferisco il verde dei monti. Ho camminato in montagna e nuotato tra gli scogli, tirato di scherma, cavalcato e addestrato cani da difesa. Ho fatto molte cose nella vita ma, sempre, ho anche scritto. E non rimpiango nessuna delle mie scelte.
Mi definisco diversamente giovane, perché anche se l’età avanza io ho ancora sulla schiena un sacco pieno di sogni da realizzare o anche semplicemente da sognare. A sessant’anni penso a cosa farò “da grande”, pure se nel 2021 ci sarà il mio quarantesimo anniversario di matrimonio e ho due figli adulti che girano per il mondo. Non soffro però di sindrome del nido vuoto, perché io e mio marito abbiamo altri quattro figli che amiamo profondamente: tre cani e un gatto! Ora vivo in un piccolo paese, curo il giardino, gioco con i cani, leggo e scrivo. Una vita tranquilla, ma ricca di soddisfazioni anche nel campo della scrittura. È di pochi giorni fa la notizia che da una mia storia verrà tratto un film. È la realizzazione di un sogno comune a molti scrittori, ma siccome non smetto mai di sognare, un altro desiderio già avanza!
Grazie, Gabriella, per tutto quanto ci hai detto di te, del tuo essere tra le parole scritte e delle tue passioni in genere. Canestrini per il tuo futuro di scrittrice, per i tuoi sogni e per questo film che nasce da uno di questi.
Saluto tutti voi che mi state leggendo, ringrazio l’amico Salvatore Stefanelli per lo spazio nella sua rubrica e saluto e ringrazio con affetto tutti gli editori che hanno creduto in me.