C-Cinque + 1 – canzoni – Nazario Bruno

CCinque + 1 le cinque domande +1 di Salvatore Stefanelli

Cinque domande + 1, sempre le stesse, per un botta risposta con chi la scrittura la mette in musica, con chi abbina l’alfabeto al pentagramma, perché parole e musica possono essere una cosa sola !

 

1) Ciao Nazario. In poche parole: da quando scrivi e quale genere preferisci? La letteratura ti ha mai ispirato?

Scrivo poesie dall’età di 16 anni. Con un mio giovane compianto amico, musicista autodidatta, scrissi un testo, poi da lui musicato, che risultò primo classificato al Festival di Sarno. La canzone “Ammore mio, rimmane” fu suonata dall’orchestra del celebre trombettista Luciano Fineschi. Preferisco il genere melodico, di chiara marca napoletana. Certamente gli studi letterari, fatti in seguito con ottimi risultati al Liceo Jacopo Sannazaro di Napoli, hanno influito sul mio modo di scrivere.

2) Di tutti i testi che hai scritto, quale consiglieresti a chi vorrebbe conoscere il frutto del tuo lavoro e perché?

Consiglierei: “’A siente ’sta Città”, musicata dal M° Ernesto Guarino e cantata dal celebre Tony Astarita, e poi ancora “Napule mia”, incisa dal mezzo soprano, Signora Tina Bonetti, e inserita in un suo disco con arrangiamenti del M° Angelo Mosca e infine “Vernàta napulitana” scritta di recente e musicata mirabilmente dal M° Celeste Conte, in un superamento, senza tradimenti, della pura classicità partenopea. Molte canzoni ancora le ha interpretate la celebre cantante Pamela Paris.

3) Consigli per chi si approcci adesso alla scrittura di testi per la canzone: cosa fare e cosa non fare, secondo te.

Dare consigli non è una cosa che mi piace, perché ognuno ha la sua personalità e ognuno vive il suo tempo; posso solo dire che bisogna scrivere ciò che uno veramente sente, senza preoccuparsi di ottenere facili consensi.

4) Cosa stai scrivendo in questo periodo o cosa vorresti scrivere?

In questo periodo sto scrivendo molte poesie in lingua e in dialetto e qualche libro. Una felice esperienza è stata quella di aver conosciuto il M° Celeste Conte che “sente” molto i miei versi e che non ha esitato a musicare mie poesie (cosa difficilissima, dal momento che le poesie non hanno la struttura di un testo per canzoni), colorando con la sua musica, che ben ne interpreta i significati, suggestioni e sensazioni che trovano nella sua particolare sensibilità un valore aggiunto.

5) Quale autore, presente o passato, ti piacerebbe poter conoscere e cosa vorresti dirgli? E, quale canzone non tua ti avrebbe fatto piacere scrivere?

Ho una età avanzata e sono rimasto legato alla musica classica napoletana e a quella degli anni 60. Mogol la ha fatta da padrone. Ma avrei voluto conoscere il grande Libero Bovio e dirgli che le sue canzoni sono l’espressione più vera di una Napoli popolare ed elegante nel contempo. Tra le canzoni non mie avrei voluto scrivere “Silenzio cantatore”.

5+1) Raccontati in un racconto.

Portato per le materie letterarie sin da piccolo, ho vinto (frequentavo la quarta elementare alla “Quarati” di Napoli) il Primo premio di composizione, tra 100 alunni, ognuno scelto in rappresentanza di una scuola, e che prevedeva, data la bravura dei concorrenti, premi dal primo al decimo. Ho conseguito la Licenza Liceale al Liceo Jacopo Sannazaro, con il plauso della commissione e pensavo di seguire questa mia tendenza anche alla Università, ma mio padre decise che avrei dovuto frequentare la Facoltà di Giurisprudenza, cosa che feci di malavoglia per cui, dopo sette esami affrontati con la media del ventisette, decisi di mettermi a lavorare (la mia non era una famiglia agiata) e, dopo alcuni lavori disparati, ho fatto il viaggiatore di commercio in argenteria e preziosi. Ho cominciato a guadagnare molto e godevo di una ottima clientela, fino al punto da pensare di mettermi in proprio. Ma non ho considerato che un bravo venditore non è necessariamente un bravo imprenditore e quindi, mal consigliato da fiscalisti ignobili, subendo furti e cause di lavoro, vessazioni burocratiche, assalito dalle banche, dopo quattro milioni di chilometri percorsi girando per l’Italia, ho perduto tutto, persino la famiglia. Il trovarmi solo e senza risorse mi ha tenuto tre anni fermo per una forte crisi di panico. Mi sono salvato grazie a mia sorella e ad alcuni amici e, pur con una minima pensione, mi sono riavvicinato al mio antico amore: la poesia. Essa mi ha dato molte soddisfazioni, specialmente per la mia trasposizione poetica di nove canti della Divina Commedia, in lingua napoletana. Inoltre sono stati musicati da valenti musicisti circa 140 miei testi, per cui risulto inscritto nella Enciclopedia della Canzone napoletana di Pietro Gargano. Ho vinto numerosi premi di poesia e oggi curo dei corsi di ortografia napoletana a vantaggio dei poeti o degli scrittori che vogliano usare questa nobile parlata.

Pur solo e avanzato in età, posso quasi affermare che la vita, nel suo ultimo scorcio, mi ha regalato il periodo più bello.

Grazie, Nazario, per aver portato il peso ma anche la leggerezza delle tue esperienze, per l’impegno che offri alla Cultura napoletana nelle parole scritte e non solo. I miei Canestrini migliori per ogni tuo impegno futuro.

Ringrazio chi, tanto gentilmente, ha voluto offrirmi il piacere di questa intervista e saluto i miei amici, veri e virtuali, grato per i loro favorevoli commenti a quanto posto su Facebook.

 

 cc  CSide Writer – Salvatore Stefanelli  

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