C-Cinque + 1 – Dario Orilio

CCinque + 1 le cinque domande +1 di Salvatore Stefanelli

Cinque domande + 1, sempre le stesse, per un botta risposta con l’autore, per scoprirlo, per conoscerlo, e perché no… per leggerlo!

 

 

1) Ciao Dario. In poche parole: da quando scrivi, cosa scrivi e cosa leggi?

Ciao! Scrivo da sempre. Le mie prime prove di scrittura (favole) risalgono a quando avevo otto anni. Ho scritto molto durante il liceo, per lo più racconti, ma anche l’inizio di un romanzo: tutti esperimenti tra il fantasy e l’horror, e tutti invariabilmente rimasti nel cassetto. Ho avuto un lungo blocco durante gli anni universitari, a causa della mancanza di stimoli, che ho superato quando ho iniziato a concepire Dreamscapers.

Di leggere, invece, non ho mai smesso: ho sempre letto tanto, mi sono fatto incuriosire da ogni genere, tornando al fantasy e all’horror (Stephen King è stato il mio punto fermo) tutte le volte che potevo. Durante l’adolescenza sono stato anche un grande consumatore di manga e graphic novel: li conservo ancora tutti a casa dei miei genitori; e ogni tanto, quando ho bisogno di ispirazione, li rileggo.

2) Di tutto quanto hai scritto, cosa consiglieresti a chi vorrebbe leggerti e perché?

DreamscapersL’erede (WATSON EDIZIONI): il mio primo romanzo, presentato a Stranimondi 2019. A volerlo riassumere in poche parole, è un fanta-horror sul potere che hanno i sogni di modificare la nostra vita cosciente. Ma si tratta in realtà di un romanzo molto ricco, sia in termini di storia che di temi trattati, quindi è un buon modo per conoscermi.

All’inizio dell’anno prossimo, inoltre, usciranno due miei racconti in due diverse antologie, di genere horror e fantasy.

3) Consigli per chi si approcci adesso alla scrittura: cosa fare e cosa non fare, secondo te.

Leggere, leggere tantissimo. Non si scrive bene se non si legge, le due attività si equiparano, come nel principio dei vasi comunicanti. Un altro consiglio prezioso è scrivere di ciò che piace, evitando di imitare gli altri, perché è restando fedeli a se stessi che si può produrre qualcosa di originale. Inoltre, come per ogni passione che si voglia rendere una professione, servono coraggio, scorza dura, spirito critico, disciplina, professionalità e molta pazienza.
Per quanto riguarda i corsi di scrittura, sono d’accordo con l’opinione comune che la scrittura sia un talento innato. Ma, come per tutti i talenti, anche questo va perfezionato. Un corso di scrittura è come un buon genitore: fornisce strumenti per affrontare al meglio la vita, o la materia narrativa (che per uno scrittore sono pressoché la stessa cosa).

4) Cosa stai scrivendo in questo periodo o cosa vorresti scrivere?

In questo periodo sono impegnato su molti fronti: Dreamscapers 2, che, se tutto va come deve, vedrà la luce l’anno prossimo; un racconto per un’antologia fantasy a tema Zodiaco prevista per il prossimo Salone del Libro, edita da Watson Edizioni, a cura dell’autrice e amica Laura Scaramozzino; svariati altri racconti, più o meno compiuti, che vorrei completare entro la fine di quest’anno. E infine un thriller: ma al riguardo non mi pronuncio ancora, essendo tutto ancora in fase di studio e progettazione.

5) Quale autore, presente o passato, ti piacerebbe poter conoscere e cosa vorresti dirgli?

Domanda difficilissima.

Un autore del passato che mi piacerebbe conoscere è Torquato Tasso: gli chiederei di parlarmi del processo creativo dietro quel capolavoro che è la Gerusalemme Liberata, praticamente un romanzo ante-litteram, con un intreccio appassionante come una moderna serie TV… ma lui era schizofrenico, quindi probabilmente non ne caverei un ragno dal buco.

Un autore contemporaneo con cui andrei volentieri a cena è J.K. Rowling. Le risparmierei l’appassionato encomio di Harry Potter (perché di questo deve essere stufa): le chiederei consigli sulla scrittura, poi proverei a strapparle qualche anticipazione sui prossimi libri di Cormoran Strike, il protagonista della serie di thriller che pubblica con lo pseudonimo di Galbraith.


5+1) Raccontati in un racconto

Una cosa che pochi sanno di me è che da bambino ho sognato la Vergine Maria: mentre ero in shock anafilattico a causa di una compressa di zepelin. Nessuno mi aveva mai parlato della Madonna, non avevo mai visto nemmeno una sua immagine. I miei genitori pensarono che dovesse essere un miracolo, con quell’orgoglio cristiano che poi hanno provato a trasmettermi a ogni tappa della mia vita, con scarsi risultati. Ma io avevo un altro genere di curiosità: chi era questo fantasma? Qual era la sua storia? Ho iniziato a collezionare immaginette sacre della Vergine, persino quelle più esotiche, e di ognuna memorizzavo la storia e le peculiarità. Non sono diventato un prete, non ne ho la vocazione. Ma mi piace pensare che da quella curiosità sia nato uno scrittore; di cose strane, per giunta.

Grazie, Dario, per essere stato con noi e per tutto quanto ci hai detto. Canestrini per i tuoi sogni, qualunque essi siano.

Ringrazio Salvatore Stefanelli e il blog C-Side Writer per avermi concesso questo spazio di espressione per parlare di me e dei miei progetti.

 

cc  CSide Writer – Salvatore Stefanelli  

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