C-Incontri – Le interviste (20)
Oggi C–Side Writer incontra Andrea Biscaro, autore che spazia fra diversi generi letterari, e che ci ha inquietato con il suo ultimo libro “Il vicino” (Safarà), che fra immagini splatter e scrittura d’impatto, mi farà pensare ogni volta, prima di acettare il prossimo invito dalla porta accanto.
CSW: Ciao Andrea benvenuto su C–Side Writer, posso offriti qualcosa da bere? Magari qualcosa di forte prima d’incontrare “Il vicino”?
AB: Buongiorno a voi e grazie dell’invito! Beh, il protagonista de “Il vicino” ti risponderebbe che ha smesso di bere da quattro anni… Dopo alcuni secondi però lo vedresti con un bicchiere colmo di whisky stretto nella mano! Dunque, direi che va benissimo un bel whisky anche per me!
CSW: Il tuo libro non è certo una lettura per cuori teneri, e ti confesso che ha lasciato il segno. Dovendolo “catalogare” in un genere lo definiresti più horror o thriller?
AB: Sono sincero: non mi è mai piaciuto catalogare troppo un’opera, darle un’etichetta precisa. Mi piace spaziare tra i generi, amo la contaminazione. In ogni modo definirei questo romanzo un thriller psicologico con molte incursioni nell’horror.
CSW: La scrittura fatta di periodi brevi mantiene sempre alto il ritmo narrativo. Quanto è importante questo aspetto sopratutto nella scrittura di tensione?
AB: Il ritmo narrativo è fondamentale, così come è fondamentale lo stile. Amo tendere al limite la corda della tensione. Desidero tenere il lettore sulle spine dalla prima all’ultima riga del romanzo. Non voglio che si rilassi, desidero che il suo battito cardiaco rimanga sempre accelerato. Frasi secche, ritmo sincopato quasi musicale, scrittura visiva da copione cinematografico, iperrealismo, ipertrofia del dettaglio, spietatezza psicologica: sono alcune delle (mie) caratteristiche fondamentali per creare tensione ed empatia.
CSW: La trama è caratterizzata dall’ambiguità fra ciò che accade, e ciò che il personaggio crede che accada, fra reale e surreale, ma alla fine tutto torna. Quanto è importante stabilire una coerenza narrativa nel definire la trama di una storia?
AB: È necessario. Puoi scrivere anche la storia più folle, visionaria, surreale, ma alla fine, se vuoi che il lettore creda a ciò che legge, tutto deve tornare. È inevitabile. Puoi aprire anche mille porte nello sviluppo di una trama, l’importante è che alla fine quelle stesse porte vengano chiuse. Soltanto così il lettore ti darà fiducia. Perché sei stato vero e soprattutto onesto.
CSW: Sei un autore che si diletta nei diversi generi. Cosa cambia, se cambia qualcosa, nell’approccio alla scrittura nei diversi casi?
AB: Sì, come dicevo poco fa, non amo chiudermi troppo in un’etichetta. Mi piace sentirmi libero, nella scrittura così come nella vita. Ovviamente l’approccio cambia a seconda del genere che vado a toccare. Ma l’istinto, la gioia, la speranza, l’estro rimangono gli stessi.
CSW: Questa è la domanda che non faresti al tuo vicino, ma che faccio ai miei ospiti. Quale potrebbe essere secondo te il lato C della scrittura?
AB: Il lato C della scrittura è lo Stile. Lo Stile è ciò che caratterizza uno scrittore, è il suo marchio di fabbrica, è ciò che lo rende immediatamente riconoscibile in mezzo a mille, è il suo personalissimo linguaggio, unico e inimitabile. Lo Stile (quando c’è!) è ciò che fa grande un artista.
CSW: Sempre restando in tema. Esiste un lato C, una chiave di lettura, un approccio che vorresti che il lettore avesse con il tuo libro?
AB: Il mio lettore-tipo è una persona libera, senza pregiudizi, una persona in grado di lasciarsi trasportare nella fantasia più spinta senza farsi troppe domande.
CSW: Considerato che sei attivo su molti fronti. Ci anticipi un tuo progetto per il futuro?
AB: Ce ne sono molti in cantiere. Un thriller storico il cui tema è assolutamente Top Secret. Un eco-thriller ambientato in Liguria con protagonista un mio vecchio personaggio: lo scrittore Antonio Brando (vedi “ILLUNE” – Effigi 2011, prefazione di Eraldo Baldini) e una pubblicazione imminente e importante: si tratta della nuova edizione del mio thriller storico “NERONE. Il fuoco di Roma” (Castelvecchi 2011, Lit 2012) in uscita per Fabbri nella collana Enigma (dal 25 aprile sarà disponibile in tutte le edicole d’Italia).
CSW: Una domanda per smorzare un po’ la tensione. Com’è cambiato dopo questo libro il rapporto con i tuoi vicini?
AB: Non ho vicini di casa! Per cui direi che non è cambiato molto!
CSW: Grazie per essere stato con noi, averci tenuto compagnia nei nostri incubi e averci insegnato a guardare con occhi diversi i nostri vicini di casa. Ci regali un C-saluto?
AB: Grazie a voi per l’ospitalità! Vi lascio con i versi di una bellissima canzone di Leonard Cohen che cito nel primo capitolo de “Il vicino”, con l’augurio che ognuno di voi riesca a trovare la propria personale strada per la libertà:
Like a bird on the wire,
like a drunk in a midnight choir
I have tried in my way to be free.